L’ultimo tuffo

“Dai mamma per favore, ancora un tuffo…dai…l’ultimo…per favore…” diceva frignando disperato il bambino sul moletto cercando invano di mercanteggiare con la mamma ormai stufa del suo ennesimo ultimo tuffo. “Adesso basta Luigi !” – tuonò implacabile la madre – “è ora di andare via, devo ancora fare tante commissioni e c’è ancora la cena da preparare…vieni via…forza!”. Luigi rimase per un attimo sospeso tra l’estrema ribellione e l’ipotetica scelta della pena nella quale sarebbe sicuramente incorso…decise di cedere a sua madre…almeno per quella volta…ma domani…bè…domani si vedrà.

Il vecchio si riscosse come da uno stato di trance ricominciando a sbattere gli occhi che erano rimasti vitrei e fissi a guardare dall’alto quel moletto dove tanti anni prima  si era trovato più volte a fronteggiare sua madre cercando sempre di mercanteggiare un tuffo in più. Una lacrima di commozione gli scese veloce lunga la guancia provocandogli comunque un sorriso malinconico mentre da quel moletto con la mente tornò al giorno in cui sua mamma prematuramente morì, investita da un pirata della strada rimasto impunito che la falciò sotto i suoi occhi di quindicenne all’uscita dal panettiere in un giorno come tanti. Quel giorno segnò anche l’inizio del calvario di Luigi che per tre anni fu sballottato da un parente ad un altro – il padre se ne era andato anni prima abbandonando lui e sua madre – fino a quando al compimento della maggiore età aveva iniziato a lavorare ed a vivere da solo…e solo era rimasto per tutta la vita…troppo forte e doloroso era il ricordo della vita che aveva dovuto condurre sua madre. Ma adesso aveva preso una decisione…in un caldo pomeriggio di agosto – decisamente molto caldo – si era inerpicato per un vecchio sentierino che portava ad un punto panoramico poco conosciuto ai più da dove si godeva un panorama fantastico e da dove soprattutto si vedeva molto bene il famoso moletto dei suoi giochi estivi infantili. Durante la salita ad un certo punto si era sentito male ed aveva avuto un mezzo mancamento, tant’è che aveva dovuto fermarsi per un po’ seduto su una pietra più o meno all’ombra risicata di un albero vecchio come lui che come lui non voleva arrendersi alla vita. Ma adesso era lì, in piedi, a scrutare ora l’orizzonte ed ora il cielo, lanciando poi ogni tanto uno sguardo al moletto. E poi di colpo si lanciò come per spiccare il volo e per un breve istante ebbe la netta sensazione di potersi librare nell’aria come un gabbiano ispirando la salsedine che arrivava dal mare ma…fu l’impressione di un attimo…un secondo dopo stava precipitando  ma lui era sereno, addirittura sorrideva ed un attimo prima della fine della corsa pensò “Eccomi mamma, adesso ho fatto davvero l’ultimo tuffo e vengo subito da te”.

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